Cologne (Bs), 13 settembre 2022
Si fa presto a dire energia, si fa presto a dare soluzioni.
La sfida energetica che ci attende questo autunno fa impallidire. Il gas è passato dai 20 euro al Megawatt-ora dello scorso anno alle oscillazioni da capogiro di 200/300 euro di questi giorni. Il grave contesto internazionale scaturito dalla pandemia di Sars covid2 e la guerra in Ucraina ha inasprito una situazione economica già vessata da molte difficoltà. L’inflazione, l’aumento delle materie prime e i costi dell’energia rappresentano una “tempesta perfetta” sia per il nostro Paese sia per le attività economiche ed imprenditoriali.
Ma famiglie ed imprese non possono stare a guardare. Nondimeno il Comune che deve affrontare maggiori spese. Un aumento secco della spesa per i soli riscaldamenti porta le voci di bilancio legate all’energia ad un + 60%. Tradotto in soldoni si tratta di centinaia di migliaia di euro in più da sborsare, raramente coperti dai decreti dello Stato.
Come affronta Cambiamo Cologne questo tema? Siamo partiti da lontano ed abbiamo individuato una strategia su tre canali: pianificazione territoriale, opere & fondi pubblici, opportunità normative.
Di pochi giorni fa i dati dei giornali locali: 30 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di ben 2,02 MW solo negli ultimi 6 mesi nel nostro comune. Un totale di 193 impianti cittadini per 5,83 Mw. Non si tratta di un risultato che si compie in un battito di ciglio, ma il frutto, anche, di una pianificazione territoriale di lungo corso e delle modifiche ai piani di Governo del Territorio che hanno allargato le maglie nella concessione di installazione di impianti fotovoltaici. Nondimeno il maggior plauso va a cittadini ed imprese che investono nelle rinnovabili.
Nei prossimi mesi partirà la sistemazione della scuola materna. Oltre ad una nuova caldaia si provvederà ad installare un impianto di 26 kw (il terzo impianto rinnovabile comunale) e la sostituzione totale dei corpi illuminanti esistenti con sistemi a led a basso consumo così come è stato fatto per i fari interni del palazzetto. Ricordiamo inoltre la sostituzione dell’illuminazione pubblica a led dello scorso anno, la ristrutturazione delle scuole e la sostituzione della caldaia del Palazzo Comunale. Tutte opere che hanno contribuito a limitare i danni del carogas: maggior efficienza significa minore spesa ed aumenti più contenuti, sebbene sempre importanti.
La gravità della situazione ci impone di infondere il massimo sforzo possibile nella questione energetica. Per questo motivo nel prossimo Consiglio Comunale fonderemo la Comunità Energetica Rinnovabile Colognese. Una novità normativa avanzata della Regione dello scorso aprile (con un iter burocratico ormai alle battute finali anche a Roma, ma presente da anni in Europa).
Troviamo un virtuoso esempio di Comunità Energetica Rinnovabile (CER) nella vicina Rudiano, come esperimento regionale pilota. Si tratta della volontaria adesione ad un soggetto giuridico, una semplice associazione gestita e garantita dal Comune, in cui produttori e consumatori di energia collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno più impianti energetici locali. Una comunità energetica diffusa, ognuna con proprie caratteristiche specifiche, ma tutte sono accomunate da uno stesso obiettivo: autoprodurre, scambiare e fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili ai propri membri.
I princìpi su cui si fonda una comunità energetica sono il decentramento e la localizzazione della produzione energetica. Attraverso il coinvolgimento di cittadini, attività commerciali, imprese e altre realtà del territorio è possibile produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e collaborazione. Abbiamo già avuto un paio di incontro in luglio con le PMI del paese, ove abbiamo riscontrato interesse per la materia.
In pratica si tratta di un’operazione di contabilità virtuale di scambio di energia prodotta da fonti rinnovalbili (il c.d. surplus oltre l’autocunsumo). Tale energia, invece di essere immessa in rete per un pagamento esiguo, beneficia di un extra bonus dal GSE da dividere tra consumatore e produttore. NON si chiedono investimenti in opere, NON si chiedono adesione che prevedano dei costi per l’azienda o per il privato. Lo Stato concede questo bonus sull’energia prodotta e scambiata sul territorio per diminuire la dipendenza dall’estero, combattere il cambiamento climatico, diminuire costi di trasporto dell’energia e non sovraccaricare la rete nazionale. Quali sono i vantaggi:
- Risparmio in bolletta: più energia si autoconsuma direttamente e più si riducono i costi delle componenti variabili della bolletta (quota energia, oneri di rete e relative imposte).
- Guadagno sull’energia prodotta: produrre energia con un impianto fotovoltaico può rappresentare una fonte di guadagno grazie ai meccanismi incentivanti .
- Poiché in una comunità energetica l’energia viene prodotta da fotovoltaico, si riducono le emissioni di CO2 e di altri gas climalteranti. Il valore medio di emissioni per ogni kilowattora consumato dal contatore domestico è di 352,4 grammi di CO2 equivalente.
Un progetto che seguiamo da tempo e intendiamo far partire, ma che necessita della collaborazione di aziende e provati. Per questo motivo in ottobre organizzeremo un’assemblea pubblica per descriverne il funzionamento.